European Accessibility Act (EAA): cosa è cambiato in Italia dopo il 28 giugno 2025

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Dal 28 giugno 2025, è entrato ufficialmente in vigore in tutta l’Unione Europea il European Accessibility Act (EAA), e anche in Italia questo ha comportato una serie di novità importanti per le pubbliche amministrazioni, le imprese e i fornitori di servizi digitali.

Facciamo il punto sullo stato dell’arte, aggiornato a luglio 2025, con un focus sulle linee guida AGID, le categorie coinvolte e le sanzioni previste.

 

Cosa prevede l’EAA in Italia?

L’EAA è stato recepito in Italia attraverso il D. Lgs. 82/2022, che ha fissato l’obbligo per una vasta gamma di soggetti di garantire l’accessibilità di:

  •  siti web e app mobili
  • sportelli automatici e terminali self-service
  • servizi bancari online
  • e-commerce e piattaforme digitali
  • software e hardware con interfacce utente
  • documenti digitali

L’obiettivo è garantire il pieno accesso ai servizi digitali anche per le persone con disabilità, in linea con i principi dell’inclusione e della parità di accesso.

 

 Le linee guida AGID

In vista dell’applicazione dell’EAA, AGID ha pubblicato (dal 15 maggio al 14 giugno 2025) una bozza di Linee Guida per l’accessibilità dei servizi digitali, sottoposta a consultazione pubblica.

Le linee guida fanno riferimento agli standard europei EN 301 549 e ai criteri WCAG 2.1 livello AA, e forniscono indicazioni pratiche su:

  • progettazione e sviluppo accessibile
  • dichiarazione di accessibilità
  • valutazione dell’onere sproporzionato
  • obblighi di aggiornamento e manutenzione

A oggi (luglio 2025), le linee guida sono considerate in fase predefinitiva, ma rappresentano già un riferimento operativo per i soggetti obbligati.

Chi è obbligato?

Sono obbligati a rispettare l’EAA:

  •  tutte le Pubbliche Amministrazioni
  • le PMI, escluse le microimprese (meno di 10 dipendenti e fatturato < 2 milioni di euro)
  • i fornitori di tecnologie, servizi online, app e soluzioni digitali destinate al pubblico

Le microimprese possono beneficiare di esenzioni, mentre le PMI possono valutare la richiesta di deroga in caso di onere sproporzionato.

 

Sanzioni

Le sanzioni per chi non si adegua possono essere piuttosto pesanti ( da 5.000 a 40.000 euro per singola violazione e fino al 5% del fatturato in caso di inadempienze gravi e reiterate).  Inoltre, l’assenza della Dichiarazione di Accessibilità sul sito o l’app rappresenta già di per sé una violazione.

 

 

Un cambiamento culturale

Come sottolineato durante il FORUM PA 2025, il recepimento dell’EAA non è solo un adempimento formale, ma un cambiamento culturale. Si punta a una progettazione digitale inclusiva e universale, con benefici che vanno oltre la disabilità: miglioramenti per utenti anziani, persone con difficoltà temporanee, utenti mobile, ecc.

 

In sintesi

A poco più di due settimane dall’entrata in vigore dell’EAA, il quadro normativo è ormai chiaro:

  •  le linee guida AGID forniscono le basi operative
  • le PMI devono adeguarsi entro tempi ragionevoli
  • è attiva la vigilanza sugli obblighi e le sanzioni

Se gestisci un sito, un’app, un servizio e-commerce o un prodotto digitale, è il momento giusto per fare un check approfondito dell’accessibilità.